Sostenibilità02 Giugno 2024

Cos’è l’autoconsumo collettivo

L’autoconsumo collettivo e le comunità energetiche sono fra le nuove configurazioni per l’autoconsumo diffuso che trasformeranno il sistema elettrico nazionale verso un modello più sostenibile, meno costoso e indipendente dalla situazione geopolitica internazionale.

Cos’è e come funziona l’autoconsumo collettivo

L’autoconsumo collettivo (AC) si riferisce a un modello di consumo energetico in cui un gruppo di persone, con utenze ubicate entro i confini del medesimo edificio, condivide e utilizza localmente l’energia prodotta da una o più fonti rinnovabili come il solare fotovoltaico. Questo significa che, invece di prelevare e utilizzare unicamente l’energia fornita dalla rete elettrica nazionale, le persone possono consumare l’energia prodotta all’interno del proprio gruppo.

I membri dell’AC, detti gruppo di autoconsumatori, sono utenti residenziali o titolari di attività commerciali che condividono virtualmente l’energia elettrica prodotta da impianti con una potenza massima di 1MW. Si può trattare di un condominio, di aziende o soggetti che condividono uno stesso edificio, di enti pubblici o di persone fisiche.

Alla base dell’AC c’è la produzione di energia da fonti rinnovabili grazie ad impianti che si collocano sul medesimo edificio (o in aree pertinenziali) dove sono ubicate le utenze di consumo. Ad esempio, un condominio potrebbe avere un impianto fotovoltaico centralizzato installato sul tetto dell’edificio. Quando queste fonti producono energia, essa viene virtualmente condivisa con i membri del gruppo.

Qual’è la differenza tra autoconsumo collettivo e comunità energetiche?

Anche se si fondano su obiettivi comuni, basati sulla gestione efficiente della produzione e sull’utilizzo di energie rinnovabili, autoconsumo collettivo e comunità energetiche presentano alcune differenze sostanziali, tra cui la loro costituzione. Nel dettaglio:

  • Autoconsumo Collettivo (AC): l’AC si riferisce a un modello in cui un gruppo di persone condivide e utilizza localmente l’energia autoprodotta da una o più fonti rinnovabili. Il suo obiettivo principale è minimizzare la necessità di utilizzare energia dalla rete elettrica esterna. L’AC è limitato a un gruppo di membri che agiscono in un singolo edificio con una molteplicità di utenze (alcuni esempi possono essere un condominio o un centro commerciale);
  • Comunità Energetiche Rinnovabili (CER): le comunità energetiche rappresentano un concetto più ampio. Una CER è un soggetto giuridico autonomo costituito da cittadini, autorità locali, imprese, che si costituiscono in forma giuridica per produrre, condividere e consumare energia. In questo caso, i produttori di energia mettono gli impianti fotovoltaici a disposizione dei membri della comunità in modo da condividere localmente e virtualmente l’energia prodotta.

I soggetti che costituiscono un AC non possono partecipare contemporaneamente a una CER e viceversa. Questa separazione garantisce che le regolamentazioni, gli incentivi e le responsabilità specifici di ciascun modello vengano mantenuti chiari e distinti. Nonostante tali differenze, gli obiettivi dei due tipi di configurazione sono i medesimi ovvero:

  • Promuovere l’uso delle fonti rinnovabili;
  • Ridurre l’impatto ambientale complessivo;
  • Aumentare i livelli di risparmio ed efficienza energetica;
  • Favorire i processi di transizione energetica e decarbonizzazione;
  • Raggiungere gli obiettivi di neutralità climatica al 2050.

Quali sono i benefici dell’autoconsumo collettivo

L’adesione a un gruppo di autoconsumo collettivo è un’opportunità che consente di ottenere una serie di vantaggi e incentivi economici, oltre che ambientali e sociali.

Benefici economici

  • Risparmio sui consumi energetici: gli utenti dell’AC ottengono un risparmio grazie all’autoproduzione e all’autoconsumo di energia elettrica. Inoltre, sull’energia prodotta e consumata virtualmente ottengono incentivi;
  • Stabilità dei prezzi: l’energia prodotta localmente riduce la dipendenza dalle fluttuazioni del mercato elettrico, garantendo una maggiore prevedibilità dei costi;
  • Valorizzazione degli immobili: le abitazioni e gli edifici che fanno parte di un sistema di autoconsumo collettivo possono vedere un incremento del loro valore di mercato, grazie alla modernità e sostenibilità delle soluzioni energetiche adottate.

Benefici ambientali

  • Riduzione delle emissioni: l’uso di fonti di energia rinnovabile nell’AC riduce significativamente le emissioni di gas serra, contribuendo alla lotta contro i cambiamenti climatici;
  • Minore impatto sulla rete: consumando energia contestualmente alla sua produzione localizzata, si riduce la domanda sulla rete elettrica nazionale, diminuendo così le perdite energetiche dovute al trasporto su lunghe distanze;
  • Promozione delle energie rinnovabili: la crescente adozione dell’autoconsumo collettivo spinge alla ricerca e allo sviluppo di tecnologie più efficienti e sostenibili, accelerando la transizione verso un futuro energetico pulito.

Benefici sociali

  • Comunità più unite: l’adesione a un sistema di AC promuove la collaborazione e il senso di comunità tra le persone, creando solidi legami tra i membri del gruppo;
  • Senso di responsabilità condiviso: la relazione tra i membri del gruppo crea un senso di responsabilità condiviso e promuove una consapevolezza diffusa sull’importanza della sostenibilità.

Quali sono le fonti di energia utilizzate nell’autoconsumo collettivo

Tutti gli impianti alimentati da fonti rinnovabili possono essere utilizzati nell’AC come unità di produzione. Sono quindi inclusi gli impianti fotovoltaici, ma può essere inserito qualunque tipo di impianto rinnovabile, a titolo esemplificativo e non esaustivo:

  • Idroelettrico: sfrutta la forza dell’acqua in movimento, spesso proveniente da fiumi o dighe, per generare elettricità a partire dall’energia cinetica dell’acqua;
  • Eolico: utilizza il vento per azionare le turbine eoliche, le quali trasformano l’energia cinetica del vento in energia elettrica;
  • Geotermico: sfrutta il calore proveniente dal nucleo terrestre, naturalmente presente nel sottosuolo, per generare elettricità;
  • Biometano: prodotto dalla decomposizione anaerobica di materiale organico, come rifiuti alimentari, letame animale o biomasse vegetali, il biogas genera biometano, il quale può essere utilizzato come combustibile per la produzione di energia elettrica.

Come creare e partecipare a un gruppo di autoconsumo collettivo

Qualunque soggetto titolare di un punto di connessione nel medesimo edificio può partecipare a un gruppo di autoconsumatori, in qualità di produttore e/o cliente finale, fatta eccezione per alcune tipologie di imprese private con specifici codici ATECO. Per costituire un gruppo di autoconsumo collettivo, questi sono i passaggi da seguire:

  1. Identificazione dei partecipanti: possono partecipare tutti i produttori e/o clienti finali titolari di un punto di connessione all’interno di uno stesso edificio o condominio. È necessario che anche gli impianti di produzione siano ubicati nell’area afferente il medesimo edificio o condominio;
  2. Analisi preliminare e approvazione: prima di procedere, è fondamentale effettuare un’analisi delle necessità energetiche del gruppo di autoconsumo elettrico collettivo e valutare la fattibilità tecnica ed economica del progetto. Questo può includere la scelta della fonte energetica rinnovabile più adatta, come il solare fotovoltaico;
  3. Costituzione del gruppo: i soggetti che intendono condividere l’energia prodotta dagli impianti installati possono unirsi sottoscrivendo insieme un accordo (contratto di diritto privato) e nominando un referente. Tali soggetti devono essere gli intestatari della bolletta e quindi titolari dei punti di connessione alla rete elettrica e non devono svolgere come attività principale quella di produrre o scambiare energia elettrica;
  4. Installazione dell’impianto: una volta definite le specifiche tecniche, è il momento di procedere con l’installazione dell’impianto energetico. È consigliabile avvalersi di professionisti del settore per garantire la corretta installazione e ottimizzazione del sistema;
  5. Gestione e monitoraggio: dopo l’installazione, è essenziale monitorare regolarmente l’impianto per assicurarsi che funzioni in modo efficiente. Ciò può comportare la manutenzione regolare e l’aggiornamento delle tecnologie;
  6. Condivisione dell’energia: una volta che l’impianto è operativo, è possibile richiedere al GSE il servizio per l’autoconsumo diffuso attraverso la presentazione di una specifica istanza sul portale del GSE stesso. A seguito dell’approvazione del GSE, l’energia prodotta verrà distribuita virtualmente tra i membri dell’AC secondo le modalità stabilite nell’accordo iniziale e sarà opportunamente valorizzata.

Decreti e incentivi sull’autoconsumo collettivo

L’autoconsumo collettivo di energia è regolamentato da specifiche normative. Queste leggi definiscono le modalità di condivisione, i requisiti tecnici e amministrativi, nonché gli incentivi finanziari per promuovere questa pratica sostenibile.

ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambienti)

L’ARERA ha un ruolo chiave nella regolamentazione dell’autoconsumo collettivo in Italia. Con la Delibera 727/2022/R/eel del 27 dicembre 2022, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambienti ha approvato il Testo Integrato Autoconsumo Diffuso (TIAD), che disciplina le modalità per la valorizzazione dell’autoconsumo diffuso per le configurazioni previste dai decreti legislativi nn. 199/2021 e 210/2021, tra le quali sono inclusi gruppi di autoconsumatori da fonti rinnovabili che agiscono collettivamente.

Sono definite dal TIAD anche le modalità con cui il GSE (Gestore Servizi Energetici), nonché il soggetto deputato all’applicazione del modello regolatorio virtuale nei confronti dell’autoconsumo collettivo:

  • Quantifica l’energia elettrica autoconsumata su base oraria;
  • Ripartisce l’energia elettrica autoconsumata per ciascun impianto di produzione afferente alla configurazione;
  • Determina la valorizzazione dell’energia elettrica autoconsumata;
  • Pone le basi per l’applicazione dell’incentivo ove spettante.

Gli incentivi

Il Decreto del Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica del 7 dicembre 2023, n. 414 (Decreto CACER), in vigore dal 24 gennaio 2024, ha definito le nuove modalità di concessione degli incentivi. I contributi economici per l’autoconsumo collettivo in condominio, in particolare, possono essere di tre tipologie:

  • Incentivazione dell’energia elettrica condivisa incentivabile;
  • Valorizzazione dell’energia elettrica autoconsumata, ovvero un corrispettivo unitario relativo alla tariffa di trasmissione a cui può aggiungersi un contributo relativo alle tariffe di distribuzione e alle perdite di rete;
  • Ricavo derivante dalla cessione dell’energia elettrica immessa in rete, che spetta al produttore (mentre i precedenti due spettano al referente) e può derivare dal GSE nel caso in cui si scelga il ritiro dedicato o da un intermediario commerciale nel caso in cui si venda l’energia sul libero mercato.

Per un periodo di 20 anni viene riconosciuto dal GSE un corrispettivo unitario per ciascun kWh di energia elettrica incentivata (tariffa premio) e autoconsumata (contributo di valorizzazione). L’incentivazione avviene attraverso l’erogazione in corso d’anno di un acconto mensile, determinato sulla base di una stima dell’energia elettrica condivisa incentivabile, della tariffa premio spettante e di un conguaglio.

Simulazione di un autoconsumo collettivo

Il portale autoconsumo fotovoltaico del GSE offre ai gruppi di autoconsumo la possibilità di fare simulazioni tecnico-economiche sulla convenienza di realizzare un impianto fotovoltaico finalizzato alla condivisione di energia.

Per effettuare la valutazione bastano pochi passaggi: una volta entrati nell’apposita area del sito GSE, si inserisce l’indirizzo del condominio o dell’edificio. A questo punto, inserendo i consumi energetici annuali e la superficie a disposizione per i pannelli, il simulatore calcolerà l’adeguato dimensionamento degli impianti fotovoltaici, l’investimento necessario per realizzarli e i tempi di rientro dell’investimento.

È possibile, inoltre, personalizzare la simulazione con informazioni sulla tipologia di superfici a disposizione e sul numero e tipologia di clienti finali, sulle modalità di finanziamento dell’intervento o di agevolazione fiscale che si intende sfruttare.

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