Dal 1° marzo 2021 è cambiata la classificazione dell’etichetta energetica per gli elettrodomestici di cinque categorie. Al momento il cambiamento riguarda frigoriferi, televisori, lavastoviglie, lavatrici e display ed è previsto a partire da settembre anche per le lampadine.
L’obiettivo finale però è quello di modificare l’etichettatura energetica per tutti i prodotti di consumo quotidiano, compresi alcuni che non hanno mai avuto un’etichetta energetica come l’aspirapolvere.
Ma come mai si è reso necessario modificare il sistema in atto dal 1994? Il discorso sulla sostenibilità ambientale è al centro del dibattito e ha permesso all’Europa di adottare nuove misure in blocco per migliorare l’efficienza degli elettrodomestici che si usano ogni giorno in casa.
Cosa c’è che non va nella vecchia etichettatura energetica?
Semplicemente, non è più al passo con i tempi. L’etichetta energetica per elettrodomestici è stata introdotta nel 1994 con una scala che andava dalla G alla virtuosa A. Il miglioramento tecnologico e lo sforzo verso la sostenibilità ambientale, però, hanno fatto in modo che i produttori di tecnologia per gli ambienti domestici aumentassero sempre di più la propria categorizzazione.
Così sono nate le classi A+, A++ e A+++ per sottolineare i sempre maggiori interventi a favore del risparmio energetico, e le classi dalla C in giù sono quasi scomparse. Questo ha creato grossi problemi e confusione. Il livello è ormai così alto che anche tra elettrodomestici di classe energetica A+++ ci sono enormi differenze, e aggiungere altri simboli per distinguerli avrebbe creato ulteriori problemi.
Dal 1° marzo 2021 e fino al 2023, quindi, l’etichettatura energetica degli elettrodomestici cambia nuovamente. Scompaiono le diciture seguite dal segno + e si ricomincia a valutare la sostenibilità ambientale a partire dalle lettere più “basse” dell’alfabeto. In questo modo, sarà più facile distinguere realmente i livelli di risparmio energetico e produzione sostenibile nei diversi oggetti elettronici.
Ciò consentirà anche di valutare la classe energetica di oggetti finora mai categorizzati, come l’aspirapolvere, lo smartphone, i laptop. Essendo questi degli elettrodomestici che di per sé consumano molto poco, in questo caso saranno la possibilità di essere riutilizzati e l’economia circolare a migliorarne l’etichetta energetica.
I possibili problemi di questo nuovo sistema
Il primo problema, quello più facile da individuare, è il periodo di sovrapposizione delle due classificazioni. Infatti, chi si reca in questo momento in un negozio di elettrodomestici, potrebbe trovare una lavatrice con l’etichetta energetica di classe A++, perché il prodotto è arrivato in vetrina prima del 1 marzo, accanto a quelli con la nuova etichettatura energetica – che hanno lettere apparentemente più basse ma consumi migliori.
Questo periodo di transizione andrà gestito con cura da tutti i componenti della filiera, dal produttore al venditore finale, con una giusta informazione sulle nuove etichette energetiche e un corretto indirizzamento verso i prodotti meno inquinanti.
Altro pericolo all’orizzonte è quello dell’opposizione da parte dei colossi produttori di elettrodomestici. In fondo è già successo. Parliamo del motivo per il quale non c’è mai stata un’etichetta energetica per l’aspirapolvere: in quel caso fu Dyson a opporsi.
Lo stesso potrebbe accadere per qualsiasi altro produttore, contrario per esempio all’etichetta energetica sul frigorifero.Va ricordato, infatti, che l’utente medio poco informato sulle novità in fatto di sostenibilità ambientale potrebbe semplicemente preferire una vecchia classe A++ a una nuova classe B, senza sapere realmente quale sia la differenza. Per questo l’informazione trasparente in questa fase di transizione sarà davvero fondamentale.
L’obiettivo della nuova etichetta energetica
Considerata l’attenzione che gli utenti dedicano sempre di più alla salvaguardia dell’ambiente, la scelta di nuove etichette energetiche potrebbe rivoluzionare il mondo degli elettrodomestici.
Come già valutato da apposite ricerche, al momento la maggior parte dei clienti guarda alla classe di un elettrodomestico prima di acquistarlo. Ovviamente lo fa sia per senso del dovere morale verso il pianeta sia per la propria convenienza economica. I prodotti che consumano di meno hanno infatti un deciso impatto sulla bolletta di luce e gas.
Per questo motivo, fornire uno specchio sempre più chiaro dei consumi di ogni oggetto usato quotidianamente, potrebbe dare nuovo sprint alla ricerca tecnologica. I produttori saranno spinti a sperimentare nuovi metodi per ottenere un’etichetta energetica più alta, e i consumatori a rivolgersi solo alle aziende virtuose.
Le regole della nuova classe energetica prevedono il controllo anche sulla possibilità di recupero e riutilizzo dei piccoli elettrodomestici e sul consumo in fase di produzione e di smaltimento.